SPOLETOSPHERE Modello, documenti e progetti 18 dicembre 2021 – 13 febbraio 2022

SPOLETOSPHERE
Modello, documenti e progetti
18 dicembre 2021 – 13 febbraio 2022
Galleria d’Arte Moderna G. Carandente – Palazzo Collicola
Presentazione sabato 18 dicembre ore 12,00

Richard Buckminster Fuller (1895-1983), architetto e designer statunitense, geniale e
visionario, nel corso della sua vita progettò sempre immaginando il futuro, come si
evince dal suo trattato Operating Manual for Spaceship Earth scritto nel 1969. Temi
quali la sostenibilità, l’ecologismo, i problemi energetici e le fonti rinnovabili sono
infatti alla base del suo pensiero e delle sue strutture architettoniche, dalla sfera del
Dymaxion House alle cupole dei Paperboard Domes fino alle automobili quali la
Dymaxion car.
Il tratto più distintivo della sua poetica rimane però senza dubbio la concezione e la
realizzazione delle cupole geodetiche (di cui Fuller possiede il brevetto), edifici
estremamente leggeri e di facile costruzione che iniziò a progettare a partire dal 1957
in ogni parte del mondo e che hanno perfino ispirato la denominazione di una
molecola chimica complessa quale il “fullerene”. Tale fu il successo che l’esercito degli
Stati Uniti gli commissionò la costruzione di centinaia di queste strutture per
installazioni militari.
Le cupole geodetiche sono strutture composte da elementi triangolari, tubulari e
modulari, che si raccordano in punti specifici dando forma a poligoni e che possono
essere rivestite di materiali sintetici o coperture leggere, come fu il caso della
cosiddetta Spoletosfera (l’unica cupola geodetica di Fuller in Italia) che fu installata nel
1967 in occasione del X Festival dei Due Mondi di Spoleto su progetto di Fuller e Shoji
Sadao (architetto giapponese suo collaboratore) e costruita con l’aiuto di studenti di

otto paesi e architetti locali, la supervisione di Giovanni Carandente e il contributo
della Southern Illinois University, dell’Usa International Council of the Arts e
dell’Alluminium Company of America. L’inaugurazione sarà un gran successo alla
presenza di Fuller e con l’esecuzione di un vero e proprio happening (due anni dopo
anche Mario Ceroli e Claudio Cintoli realizzeranno all’interno della struttura gli
happening dal titolo Io e Rimbalzare).
Dando seguito a un accordo tra il Comune di Spoleto e l’Accademia di Belle Arti “Pietro
Vannucci” di Perugia (accordo che ha già visto le due istituzioni collaborare in
occasione di alcune mostre a Palazzo Collicola) e sotto la supervisione del professore
di modellistica Giuseppe Fioroni, un gruppo di studenti ha riprodotto, dopo rilievi e
misurazioni prese in situ, un modello in scala 1:20 della Spoletosfera utilizzando fibre
di carbonio e di vetro e alluminio, evidenziandone il principio costruttivo fondato su
incastri e alternanze di esagoni e pentagoni e sull’uso di tre diverse misure di aste di
collegamento. L’opera verrà donata al museo di Palazzo Collicola dopo la fine della
mostra (per l’occasione è stata anche realizzata una breve video presentazione di
Vincenzo Alessandria).
Inoltre viene esposta al pubblico per la prima volta una serie di documenti di archivio
conservati presso la Biblioteca Carandente tra cui figurano schizzi progettuali originali
con indicazioni tecniche autografe di Fuller, articoli e riviste a lui dedicate, fotografie
delle fasi del montaggio e dell’inaugurazione o di modellini di altre strutture
progettate dall’architetto, oltre a parte della corrispondenza scambiata tra lui e il
Festival dei Due Mondi.